venerdì 28 dicembre 2007

Naked Weapon (2002)


Titolo originale: Chek Law Dak Gung
Regia: Siu-Tung Ching
Sceneggiatura: Wong Jing
Cast: Maggie Q, Daniel Wu, Anya, Almen Wong Pui-Ha
Paese: Hong Kong
Durata: 1h 34'

Madam M fa rapire 40 bambine e le porta in un'isola. Lì comincerà un addestramento feroce che durerà 6 anni. Lo scopo della donna è trovare fra le ragazze quella idonea per diventare la sua killer. Ne troverà 3 e cominceranno le uccisioni.
La sequenza iniziale del film è abbastanza chiara: una donna bella e letale, un poliziotto stupido, effetti speciali e un combattimento che comincia bene e finisce male (per lo spettatore). Poi la scena cambia e si parla di rapimenti di 13enni e la cosa sembra farsi interessante. Ma è questione di un attimo: sebbene lo spunto sia buono non è sviluppato per niente, scene con un potenziale drammatico si risolvono in una manciata di secondi. Eccone un esempio lampante: Madam M entra nella camerata delle ragazze, e ordina loro di ammazzare quella che sta al loro fianco e di portare il loro cadavere fuori. "Non male" ho pensato. Come reagiscono le ragazze? "No, non possiamo, ci conosciamo da anni" dice una, al che c'è chi obietta "ma ce l'hanno ordinato..." e via con la carneficina! No comment!
Visto che la questione drammatica-psicologica è stata buttate alle ortiche (per non dire di peggio) valutiamo le scene di azione, quelle su cui il film si basa. Improponibili!!
Detto ciò vi do un consiglio: se per sbaglio vi imbattete in Naked Weapon guardatelo, ma non come thriller o film d'azione, ma come una parodia. Le risate (certamente non volute dal regista) vengono spontanee, giuro che in più di un'occasione ero piegato in due dal ridere!
Charlene, la bella protagonista, che sfila la pistola al nemico agitandogli un lenzuolo contro, la sua amica che sbuca all'improvviso dall'alto sfondando il soffito ma rimandendo appesa in qualche modo (avevo quasi le lacrime agli occhi qui), vetri spaccati a panciate (perchè nessuno entra mai dalla porta?!), gente che salta A CASO, manco ci trovassimo di fronte ad un balletto degli amici di Maria! E ho elencato alcuni esempi, altre perle ve le lascio scoprire.
Vogliamo infierire? Certo! I dialoghi... mai sentite conversazioni più finte e ridicole, la scena nel furgone dei gelati (la Algida ringrazia) dove il poliziotto idiota e Charlene si scambiano battute patetiche con i geloni in faccia è da applausi.
Dai sono stato cattivo, alla fin fine Siu-Tung Ching ci da prova che non è un inetto, e ci regala delle inquadrature molto particolari, come quella dell'epilogo della sequenza spagnola, o come quella del combattimento finale, che porta lo spettatore ad assistere ad un duello (ovviamente imbarazzante) in stile Playstation.
Altro non potrei aggiungere, le cose più importanti da dire riguardo questo film ci sono. Se proprio ci tenete a vederlo... buona fortuna!




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mercoledì 26 dicembre 2007

Ancora Auguri

Mille Auguri A tutti!

Auguri di Buon Natale

Buon Natale a tutti !!
Se quest'anno non avete trovato doni sotto il vostro albero, non fatevi false speranze: Babbo Natale ha avuto un incidente!
Questa foto me l'ha spedita un mio amico che era a caccia al Polo Nord.


Bhè niente panico, per l'anno prossimo un altro maniaco con la barba sfatta che ama tanto i bambini lo troviamo !!

sabato 22 dicembre 2007

La Mia Vita A Garden State (2004)


Titolo Originale : Garden State
Regia : Zach Braff
Sceneggiatura : Zach Braff
Soggetto : Zach Braff
Cast : Natalie Portman,Zach Braff,Ian Holm,Peter Sarsgaard....
Nazione : USA
Durata : 109 min.

Come avrete potuto facilmente intuire da sopra,questo film è scritto,diretto e interpretato da Zach Braff,divenuto famoso per essere il protagonista della fortunata serie televisiva "Scrubs".

La storia narra di Andrew,ragazzo cresciuto a psicofarmaci (somministrati dal padre-psichiatra) che lo hanno reso alquanto apatico,tornato al suo paese natale (appunto Garden State) per il funerale della madre. Qui ritrovando vecchi amici e conoscendo l'amore cercherà di combattere i suoi problemi,compreso il duro rapporto con il padre.

La storia è semplice ma molto godibile,anche se ogni tanto va un pò a perdersi per dare spazio a tutte le scene tipiche da film di adoloscenti allo sbaraglio.Adoloscenti che hanno raggiunto una certa età e cercano solo di rimandare continuamente i loro problemi. In questo il personaggio più riuscito è sicuramente Mark,interpretato da un bravo Peter Sarsgaard.Scelta azzeccata anche quella di Natalie Portman,un viso da eterna ragazzina!

Questa prima prova di Braff è sicuramente piacevole alla vista,anche se nulla di particolarmente originale.E' proprio il nostro eroe a sembrare un pò fermo al personaggio che lo ha reso celebre,con le stesse espressioni e la stessa goffaggine. Sarà che a noi piace così?










Curiosità: Il cimitero degli animali che compare a metà film è stato realizzato dalla troupe, con i nomi dei propri animali domestici scomparsi.

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venerdì 21 dicembre 2007

Gangster n. 1 (2000)


Titolo originale: Gangster No. 1
Regia:
Paul McGuigan
Sceneggiatura: Johnny Ferguson
Cast: Paul Bettany, David Thewlis, Malcolm McDowell, Saffron Burrows
Nazione: Gran Bretagna, Germania, Irlanda
Durata: 1h 36'

Un ristorante affollato di signori ben vestiti. Un ring al centro della sala dove due pugili stanno combattendo con tenacia. Sigari, alcool e risate. All'improvviso una notizia: Freddie Mays sta per uscire dal carcere, dopo 30 anni. E da questo momento comincia un lungo flash-back che ci narrerà l'ascesa al potere di un giovane inglese nel mondo della criminalità londinese.
Paul McGuigan (Slevin - Patto criminale) si deve essere fatto una bella scorpacciata di flim sui gangster, dai vecchi noir a Pulp Fiction. E devono anche essergli piaciuti parecchio, a giudicare da questo suo primo lungometraggio. Ma il regista inglese non è caduto nel facile errore di scopiazzatura, tutt'altro, racconta una storia abbastanza banale e sempliciotta in uno stile innovativo e diverso, che culmina in almeno un paio di occasioni in colpi di genio.
Certe scene infatti sono delle vere chicche, spesso impreziosite da una collocazione insolita della macchina da presa, e da un personaggio come quello interpretato da Bettany che si presta a scene memorabili.
Interessante è infatti la psicologia contorta che domina la personalità del protagonista, che mai viene nominato: nei titoli di coda leggiamo "young gangster" e "gangster 55", che sarebbe poi il giovane mafioso cresciuto.
Gangster è un uomo a cui conta solo avere tutto ciò che lui desidera, e venera il suo capo, Freddie Mays, un boss elegante e raffinato ma che perde colpi quando si innamora delle bella Karen. Il giovane non sopporta le donne, non si crea dei veri amici e quello che un tempo era un sentimento di quasi devozione si trasforma in invidia, che incattiverà ancora di più l'animo già "torbido e tormentato dall'interno". L'espressività dell'attore ben si accompagna al ruolo di schizzato in stile british, e in alcuni frangenti, per esempio quando nel locale guarda torvo Karen parlare col suo mentore Freddie, mi ha ricordato Alex di Arancia Meccanica. Soltanto alla fine del film ho realizzato che il vecchio gangster è interpretato da Malcolm McDowell, cioè il drugo della pellicola di Kubrick. E' una coincidenza forse?
C'è da segnalare inoltre che essendo una storia che narra di gangster non mancano episodi di violenza, anche cruda, ma in questo film viene solitamente suggerita, e in un'occasione fa quasi sorridere, sempre che la cronaca a mo' di partita di calcio da parte del protagonista di un uomo agonizzante possa divertire.
Uscito nello stesso anno di Snatch di Guy Ritchie, ma riscuotendo meno successo, il cinema inglese cerca di ritagliarsi il suo spazio in un genere più tipicamente americano, e ci prova con due registi che sanno il fatto loro: citano e non copiano, hanno uno stile moderno ma non frivolo, e una voglia di trovare nuove soluzioni, anche piccole e semplici, che si fanno apprezzare.
Che dire quindi? Dio salvi il cinema inglese!

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mercoledì 19 dicembre 2007

Ichi the Killer: il DVD


Proprio qualche giorno fa ho recensito Ichi the Killer lamentandomi del fatto che in Italia questo film non è mai arrivato!
Bene proprio oggi ho letto una notizia molto interessante: a partire dal 30/01/08 usciranno in dvd ben 12 film di Takashi Miike, cominciando proprio dal lungometraggio in oggetto. E come se non bastasse saranno disponibili sia la versione ad un solo disco che quella a due!
I contenuti extra di questa seconda edizioni sembrano appetitosi (ma perchè collego Ichi al cibo ogni volta?!): interviste al regista e al cast, making of, dietro le quinte, biografie, filmografie, tre trailer differenti (giapponese, europeo e italiano) più l'immancabile photo gallery.
La cosa divertente è che il film non ha nessun divieto, quindi secondo i "signori della censura" potete farlo vedere persino nelle scuole materne!
Il mercato italiano degli home-video si è dato da fare, in ritardo ma ce l'ha fatta... finalmente!!

Per dover di cronaca gli altri film di questa iniziativa di prossima uscita sono:
-Dead or Alive 1,2,3
-The Guys from Paradise
-City of the Lost Soul
-Agitator
-Shinjuku Triad Society
-Rainy Dog
-Lay Lines
-Graveyard of Honour
-Shangry La


A QUESTO INDIRIZZO il trailer europeo (consigliato SOLO ad un pubblico adulto!)

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martedì 18 dicembre 2007

La Cura Del Gorilla (2006)



Regia: Carlo A. Sigon
Cast: Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine, Antonio Catania, Fabio Cavilli, Bebo Storti, Gisella Sofio, Kledi Kadiu, Gigio Alberti
Nazione: Italia
Durata: 104 minuti

L'altra sera mi sono deciso a guardare questo film,che per me risultava una semplice curiosità,dettata dalla presenza di attori abbastanza conosciuti e soprattutto ITALIANI.

Non essendomi minimamente documentato sul film la prima scena mi travolge e mi fa capire che non mi trovo davanti a una commediola, ma a una piccola prova di noir. Il personaggio di Sandrone-Il Gorilla,interpretato da Bisio(molto bene a mio parere) è sicuramente una delle caratteristiche migliori dell intera pellicola. Un uomo che fin da bambino è cresciuto con una doppia personalità (una timida e riservata,l'altra cinica e spietata) con la quale convive e si scambia opinioni in uno stato di veglia infinita.



Gorilla dopo aver preso una gran batosta dall ultimo criminale inseguito (quasi per passione) cerca un lavoro più tranquillo e rilassante,così aiutato da Pesci(Antonio Catania) si ritrova a fare da balia a un vecchio attore americano che nessuno ricorda (interpretato da Ernest Borgnine).










(si proprio lui!!)

Purtroppo nel frattempo conosce e subito si invaghisce di una donna,Vera(Stefania Rocca) alla quale viene ucciso il fidanzato di nazionalità albanese in circostanze misteriose. Sandrone e il suo alter-ego (lui lo chiama socio) si sentono quindi chiamati in causa e iniziano a indagare sull accaduto. Da qui inizia il giallo che ci fa conoscere gli altri protagonisti,come il commissario di polizia interpretato da Bebo Storti (esatto..il conte uguccione :D) o l'hacker recitato da
Gigio Alberti.

La storia ha i suoi bei intrecci misti a una comicità quasi cinica che mi hanno fatto godere il film dall inizio alla fine.

Non si può certo dire che sia un capolavoro,nè che non abbia cadute di stile,viste le citazioni da western alla sergio leone che fanno ridere (sembra di piombare in un film di Mel Brooks) o la parrucca indossata da Antonio Catania davvero terrificante!

E' anche vero che il regista,Carlo A. Sigon, proviene dalla scuola degli spot pubblicitari,e non deve essere di grande aiuto per un lungometraggio. Come prima prova comunque sono rimasto piacevolmente sorpreso.

Curiosità :
“Credo che la gratitudine che un regista prova per i suoi attori sia paragonabile a quella che un alcolizzato prova per l'oste che gli versa il vino”. Carlo A. Sigon

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lunedì 17 dicembre 2007

Blood Simple - Sangue Facile (1984)



Titolo originale: Blood Simple
Regia: Joel Coen
Sceneggiatura: Ethan Coen, Joel Coen
Cast: John Getz, Frances McDormand, M.Emmet Walsh, Dan Hedaya
Nazione: USA
Durata: 1h 31'


Ray e Abby hanno una relazione. Abby ha anche un marito, Marty, che è il datore di lavoro del suo amante. Scopre della tresca di sua moglie col suo dipendente e assolda un losco individuo per risolvere la faccenda, ma gli imprevisti sono dietro l'angolo.
I fratellini più sorprendenti del cinema contemporaneo amano il noir, e con questo loro lungometraggio, il primo di una lunga e bellissima serie, lo dimostrano in maniera più che mai evidente. Tutta la vicenda ruota intorno a quattro personaggi, tre dei quali compongono un triangolo amoroso dal quale si svilupperà tutta la storia, ed un quarto, un esterno potrebbe essere definito, che sebbene non sia protagonista da una scossa a tutta la storia, merito anche dell'attore che ne veste i panni, M.Emmet Walsh.
L'immagine dell'investigatore privato che spia la moglie fedifraga del suo cliente è un classico di questo genere, ma i Coen nonostante le loro citazioni hanno saputo adattare il noir alla loro realtà. Via quindi le grandi metropoli affollate e corrotte, in Blood Simple ci troviamo in una semplice città di provincia del Texas, l'investigatore non ha un'aria romantica ne' tantomeno è un eroe senza macchia, e la dark lady non è per niente dark, ma piuttosto appare sempliciotta... anche se piuttosto in gamba!
A differenza degli altri lavori di questo grandioso duo i dialoghi non hanno un ruolo di primaria importanza, molte scene infatti sono accompagnate solo dalla bella colonna sonora, e viene a mancare (ma non del tutto) quella vena comica carica di black homour che tanto apprezzo in loro. Ciononostante il film, che ormai ha più di 20 anni, conserva numerosi indizi che alla sua uscita avranno fatto ben sperare critici e pubblico; affianco ad una trama che deve restare legata ai clichè del genere si nota una regia che cerca comunque di andare oltre, affrontando temi che poi verranno trattati anche in seguito, come quello della violenza che serpeggia non solo nella città ma anche nella realtà provinciale e che non passa necessariamente attraverso clan mafiosi o serial killer psicopatici, ma che tocca soprattutto persone comuni costrette a commettere azioni che ritenevano impensabili.
Un film che si merita tranquillamente un 7 pieno, non mi sbilancio troppo perchè altrimenti per film come Fargo o Il grande Lebowski dovrei superare il 10, un inizio fatto come si deve che contiene le basi per il cinema di Joel e Ethan Coen. Guardare la bellissima scena finale per credere!

Curiosità:
-Questo è il primo film per Frances McDorman, futura moglie di Joel Coen e premio oscar

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sabato 15 dicembre 2007

Tobias Sammet's Avantasia - Lost in Space pt II (2007)

Artista: Tobias Sammet's Avantasia
Titolo: Lost in Space part I
Anno di uscita: 2007
Formazione:
-Tobias Sammet: voce e basso
-Sascha Paeth: chitarre
-Eric Singer: batteria e voce
-Michael Rodenberg: tastiere
Ospiti:
-Jorn Lande: voce
-Michael Kiske: voce
-Amanda Somerville: voce

Come promesso rieccomi a parlare del singolo Lost in Space del progetto Avantasia. Oggi tocca alla seconda parte.
Lost in Space part II comincia naturalmente con la title-track già descritta nel precedente post. Aggiungo soltanto una piccola cosa, una correzione: quello che io avevo definito "un riff in stoppato" è in realtà un semplice giro di basso. Erroraccio da parte di uno che si droga di musica e suona pure uno strumento! Mea culpa!!
Il secondo pezzo è Promised Land e vanta due grandi ospiti alla voce: ad affiancare Sammet ci sono il solito Jorn Lande e il caro Michael Kiske, che canta su progetti metal solo se a tenergli la mano c'è Tobi! Canzone viva e spedita molto piacevole, che aspetta solo di essere cantata a squarciagola! Bello l'assolo e elegante il ponte. Si passa poi a Dancing with tears in my eyes, cover degli Ultravox. Non mi garba molto questo pezzo, carino, nulla di più. La versione presente in questo ep, seppur non stravolta, è più rockeggiante e per chi scrive supera l'originale. Si ritorna ad una canzona inedita ed è il turno di Scary Eyes, molto "furba", veloce ed allegra che cerca di insinuarsi nella testa di chi la ascolta. E' sulla falsa riga di Another Angel Down del primo ep, ma si colloca un paio di gradini sotto. Il penultimo pezzo è In my defense di Freddie Mercury: inutile dire che la canzone è di classe sopraffina, e Sammet sebbene di altro stile rispetto al suo illustre collega non sfigura. Ovvio che il vecchio leader dei Queen è un fuoriclasse, quindi evito di fare inutili paragoni. Chiude il dischetto Lost in space, in versione acustica registrata in presa diretta al Gatestudio con Amanda Somerville... abbastanza inutile, ormai la conosco a memoria questa canzone!
Il mio pensiero finale è lo stesso che ho espresso per la prima parte del singolo, non male ma attendo l'album per poter giudicare adeguatamente l'ultimo fatica del biondo tedesco.

Ora è il momento della "chicca". La Nuclear Blast (famosa casa discografica in ambito metal) ha messo a disposizione su youtube un video interessante su The Scarecrow, una sorta di trailer dove si possono sentire stralci di brani che comporranno l'album. Il materiale a disposizione è minimo, ma fa ben sperare, anche se il prossimo singolo sembra un po' troppo simile a Lost in space. Chi vivrà vedrà, anzi, ascolterà!


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giovedì 13 dicembre 2007

Ichi the killer (2001)


Titolo originale: 殺し屋1 (Koroshiya Ichi)
Regia: Takashi Miike
Sceneggiatura: Sakichi Satô
Cast: Tadanobu Asano, Nao Omori, Shinya Tsukamoto, Hiroyuki Tanaka
Nazione: Giappone
Durata: 2h 3'


Per la prima volta da quando è stato aperto questo bar virtuale (non serviamo caffè mi dispiace, ma solo consigli cinematografici, musicali e in futuro anche letterari) voglio sottoporvi ad un esperimento.
Dunque preparatevi un pasto delizioso, che so tipo un bel piatto di trofie al pesto, o delle lasagne, e di secondo del pesce, o se come me preferite la carne, una bella bistecchina che male non fa. Accompagnate il tutto con dell'ottimo vino, e non fatevi mancare il dolce! Direi una crostata con la marmellata, o qualcosa con i mirtilli. Comunque se non avete tempo una pizza gigante iper-condita può andare bene lo stesso. Apparecchiate la tavola, accendete la vostra tv (più lo schermo è grande è più significato trova l'esperimento), alzate il volume, inserite il dvd di Ichi the Killer (che in Italia porca miseria non esiste!) e godetevi il film e la vostra cenetta. Ci vediamo fra due ore.

Fatto? Bene. Ora vi svelo l'esito del mio esperimento. Se avete lasciato il vostro squisito pasto intatto vuol dire che siete delle persone normali; se avete vomitato il poco che avete ingerito e mi odiate significa che siete decisamente sensibili e deboli di stomaco; se avete mangiato tutto quanto, maledicendovi per non aver preparato porzioni più abbondanti, state tranquilli: possedete il gene del pazzo omicida!

Meglio essere più chiari a riguardo. Ichi the Killer è un film che definire estremo sarebbe riduttivo, è disturbante, violento fino all'inverosimile, feroce e sanguinolento. La storia è incentrata sulle figure di due personaggi, Kakihara e Ichi.
Il primo, nonostante il suo look clownesco (alcune camicine mi hanno fatto venire in mente David Bowie ai tempi migliori), è un uomo devoto al dolore, diviso fra sadismo e masochismo. Il suo volto è testimone di ciò: vistose cicatrici e due piercing ai lati della bocca che chiudono due squarci. E' il braccio destro del boss Anjo, inspiegabilmente scomparso, ma è soprattutto uno spietato torturatore.
Ichi (1 in giapponese) sembra invece di tutt'altra pasta. E' timido, debole e insicuro, deriso da tutti ai tempi della scuola, un "piagnone" come lo definisce un altro personaggio. Ma come suggerisce il titolo, questo docile esserino si trasforma in un killer atroce, che infarcisce le scene dei suoi crimini con litri e litri di sangue (per non parlare di interiora).
Il film però non è incentrato nel dualismo fra Kakihara e Ichi, ma piuttosto sull'impatto visivo generato dalle loro azioni. Torture e omicidi non sono narrati, ne' vengono fatti intuire (stile Le Iene), ma vengono mostrati in tutta lo laro efferatezza: uomini appesi con dei ganci, budella sparse qua e là, spilloni che bucano visi e altro. C'è spazio anche per soluzioni assurde e grottesche, ed alcune riescono anche a far sorridere. Sempre che non si è intenti a rimettere la cena sul pavimento.
Altre scene in vece sono girate con un realismo tale da risultare poco digeribili, in particolar modo quelle riguardanti pestaggi e stupri ai danni di donne.

Per vedere Ichi the Killer (perchè un ganster movie fatto così è da vedere assolutamente!) dovete emigrare. Sì perchè in Italia non è mai uscito, e dubito lo vedremo mai nei nostri negozi. Ma se fate una gita all'estero e vi capita sottomano fateci un pensierino, in fondo i sottotitoli in inglese non sono così incomprensibili. O magari qualcuno li ha fatti in italiano e li ha resi disponibili sulla rete, chissà!?
Ora vi lascio, mi preparo un piatto di trenette e mi riguardo Ichi...

La frase del film:
"Kakihara! Che cazzo stai facendo?"
"Solo un pò di torture"

Curiosità:
-Il film è tratto dall'omonimo manga di Hideo Yamamoto
-L'attore appeso per i ganci aveva bisogno di un make-up di 12 ore
-Per la sceneggiatura doveva occuparsene l'autore del manga stesso, ma non ha potuto a causa del blocco dello scrittore

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mercoledì 12 dicembre 2007

Arancia Meccanica (1971)


Regia: Stanley Kubrick
Sceneggiatura: Stanley Kubrick
Cast: Malcolm McDowell, Patick Magee, Anthony Sharp
Paese: Gran Bretagna
Durata: 137'

Questo film è un'autentica opera d'arte. Basato sul libro di Anthony Burgess e con la madornale regia di Stanley Kubrick, è incredibile come riesca ad impressionare a distanza di 30 anni le masse rimanendo così attuale ed innovativo. La storia si sviluppa in un tour di immagini e suoni straordinario, il tutto condito da un linguaggio surreale ed affascinante. Il protagonista del film, Alex De Large, è un ragazzo che per "hobby" pratica la sua amata ultra-violenza; infatti il vostro affezionatissimo (uno dei tanti appellativi che Alex usa per se stesso mentre fa la voce narrante) si diverte a picchiare barboni, a scatenare risse con bande rivali ed a rubare nelle case della gente. Adora la musica ed in particolare le magiche sinfonie di Ludwig Van Beethoven (che lui amabilmente chiama Ludovico Van). Ha una banda (si fanno chiamare Drughi, ma niente a che fare col Grande Lebowski...) della quale ne è il capo e tiene il controllo dei ragazzi anche con la forza. Proprio per questo sarà tradito da loro e, condannato per omicidio, inizierà a scontare la sua pena in carcere. Nel frattempo degli scienziati dicono di aver trovato una "cura" per debellare la criminalità (con un gran bel lavaggio del cervello). Alex lo viene a scoprire e fa di tutto per entrarvici e, suo malgrado ci riesce. Il progetto chiamato "Ludovico" (vi ricorda qualcosa???) consiste nel costringere il soggetto ad osservare per molte ore del giorno filmati di ultra-violenza accompagnati dalla 9° snfonia di Beethoven. Alla fine di questa terapia d'urto Alex avrà nausea al solo pensiero di compiere violenza e, soprattutto, avrà nausea quando ascolterà il suo beniamino musicale. Una volta "guarito" e liberato tornerà nel suo mondo e ancora ne subirà, sia dai vecchi Drughi che da alcune delle sue vittime. Ma non voglio svelare altro. Naturalmente sembra quasi che Alex sia un idolo ma è sempre da ricordarsi che agisce in maniera scorretta e (come disse un grande insegnante...GTO...) ognuno raccoglie ciò che ha seminato. In conclusione posso tranquillamente affermare che non rimarrete affatto delusi da questo fantastico lungometraggio che vi lascerà storditi e affascinati.

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lunedì 10 dicembre 2007

Spider (2002)


Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: Patrick McGrath, David Cronenberg
Cast: Ralph Fiennes, Miranda Richardson, Gabriel Byrne
Paese: USA
Durata: 1h 33'

Dennis Cleg è un uomo di 40 anni circa che ha dei seri problemi psichici. Cerca di ricostruire il suo passato, concentrandosi sulle figure della madre, del padre, e della sua amante, che hanno condizionato la sua vita da adulto.
Spider è una bellissima quanto dolorosa raffigurazione della follia umana, rappresentata dalla figura di un protagonista succube della propria schizofrenia che lo costringerà ad un'esistenza tragica e vuota. Altro tema fondamentale a lato della pazzia è infatti la solitudine, e la sequenza iniziale è quanto di meglio si poteva creare per sottolineare questo aspetto: un treno arriva in stazione, scendono tantissime persone e la folla sparisce poco a poco dall'inquadratura; non appena si crea il vuoto ecco che scende l'ultimo passeggero, Dennis "Spider" Cleg, che con fare confuso si mette in cammino per raggiungere una squallida pensione. E durante tutto il tragitto lui è sempre solo, borbotta parole più o meno sconnesse fra se' e il paesaggio che gli sta attorno accentua questa sua solitudine, tanto è grigio e drammatico. Il tutto è accentuato da una quasi totale assenza della colonna sonora.
Spider non è un film facile ne' tantomeno superficiale, e non per quanto riguarda la trama, che non risulta essere molto impegnativa, ma per la struttura della pellicola stessa. Quello che noi vediamo non è la messa in scena della follia vista dall'esterno, ma come la vive la sua vittima, con i suoi tic nervosi, i borbottii indecifrabili, e le sue azioni apparentemente senza senso.
Non c'è spazio per l'intrattenimento o per la risata, il regista canadese si è addentrato nel terreno paludoso della ragione umana e della memoria e il risultato è angosciante, e di conseguenza, efficace. Spider è insolito, lento e disturbante, ma soprattutto, è un grande film, che come purtroppo spesso capita, non viene capito. Consigliato solo ad un pubblico attento.

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sabato 8 dicembre 2007

Il caso Thomas Crawford (2007)


Titolo originale: Fracture
Regia: Gregory Hoblit
Sceneggiatura: Daniel Pyne, Glenn Gers
Cast: Ryan Gosling, Anthony Hopkins, Rosamund Pike, David Strathairn
Nazione: USA
Durata: 1h 53'

Thomas Crawford, un ricco magnate dell'aeronautica, spara in testa alla moglie e non appena viene arrestato si dichiara colpevole. Al processo viene quindi mandato il giovane procuratore Willy Beachum in quello che sembra un caso di ordinaria amministrazione. Ma l'assassino si dimostra molto astuto e la situazione precipita.
Amanti del vecchio giallo unitevi! In un periodo in cui i thriller sono densissimi di azione, ecco arrivare questo film che ci fa tornare indietro nel tempo. Non ci troveremo di fronte a spericolati inseguimenti o a sparatorie da urlo, ma assisteremo ad una sfida tutta fatta di intelligenza e astuzia.
Colui che lancia la sfida è l'assassino, Thomas Crawford, un uomo attento e meticoloso, che mette in pratica quello che pare essere il delitto perfetto. Tutto sembra essere contro di lui, firma addirittura una confessione, ma anche questo fa parte del suo brillante e diabolico piano. Il suo rivale è un giovane avvocato di successo molto determinato, anzi troppo, e non prende la situazione con la dovuta attenzione: la sua strada è pericolosamente in salita, e quello che doveva essere un lavoro di routine rischia di traportarlo alla deriva, e molte delle sue convinzioni sembrano crollare. Conosce la verità, è palese, ma l'intervento incauto del tenente Nunally, le pressioni del suo nuovo capo, e soprattutto il gioco perverso a cui lo sottopone Crawford trasformano il brillante avvocato in una persona debole che però mai smette di lottare, costi quel che costi.
Il personaggio interpretato da Hopkins ricorda moltissimo il più famoso Hannibal Lecter, "stranamente" interpretato dallo stesso attore. L'omicida di questa pellicola è una persona colta, un abilissimo oratore, e proprio come il protagonista de Il silenzio degli innocenti ama prendersi gioco del suo antagonista. Se Thomas Crawford fosse stato interpretato da un altro attore avrebbe avuto le stesse caratteristiche? Ovviamente sarà quasi impossibile saperlo, ma il buon vecchio Hopkins nel ruolo del cattivo è sempre magistrale.
Thriller psicologico di buona fattura, il ritmo è sempre abbastanza elevato e lo spettatore si cala nella scena (o almeno, dovrebbe) cercando insieme a Beachum l'anello mancante di tutta la vicenda; è anche vero però che il personaggio del cattivo, e il suo machiavellico disegno, affascinano forse di più, e le battutine e le provocazioni che lancia il freddo assassino sono notevoli, dense di cinismo e umorismo.
Nonostante qualche piccola incongruenza (ma con un po' di immaginazione si può trovare una risposta a tutto) reputo Il caso Thomas Crawford un bel film, uno dei migliori a mio avviso fra le uscite di quest'anno.
Certo però, che dello stesso genere c'è un vecchio filmetto dal titolo Delitto perfetto, di un certo Alfred Hitchcok...


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giovedì 6 dicembre 2007

Domino (2005)


Regia: Tony Scott
Sceneggiatura: Richard Kelly
Cast: Keira Knightley, Mickey Rourke, Edgar Ramirez, Lucy Liu, Christopher Walken
Paese: USA
Durata: 2h 2'

Domino Harvey, ragazza ribelle di buona famiglia, pensa che la vita alla quale è destinata non faccia per lei e, quasi per caso, diventa una cacciatrice di taglie.
Quando sentii parlare per la prima volta di Domino rimasi subito incuriosito. La regia di Tony Scott (Una vita al massimo, Top Gun) mi tranquillizzava, il cast parla da solo e la trama sembrava promettere bene. Poi ho letto qualche commento qua e là sparso per la rete: niente di entusiasmente. Quindi non appena ho schiacciato play per far partire il film ero convinto che avrei sprecato due ore.
Mi sono dovuto ricredere. Per fortuna. Non capisco come mai sia stato stroncato dalla critica, ma a me Domino è sembrato buono. Certo, non sto parlando di Scarface o di Pulp Fiction, ma il film di Scott è adrenalina allo stato puro, la regia e le inquadrature sono fuori controllo e la fotografia, sebbene poco naturale, con colori accesi e saturi, è mozzafiato. Inoltre il racconto della storia, a volte un po' confusa, è molto dinamico e dona ancora più brio al film, come se già non ce ne fosse abbastanza.
I personaggi principali sono degli anti-eroi tutta grinta ed energia, dei veri duri armati fino ai denti di fucili, tatuaggi, muscoli e coraggio. Domino rimpiazza i bicipiti gonfi con una carica sensuale fortissima, e i maschietti non potranno che apprezzare la prova di una Keira Knightley sexy più che mai. Non sarà forse convincente come cacciatrice di taglie, ma fidatevi che certe scene ve le ricorderete per un po'.
Molto buone comunque le prove degli attori, anche della bionda protagonista sebbene come già detto non sia certo un ruolo adattissimo per lei, grande Christopher Walken come sempre e simpatiche e divertenti le interpretazioni di Ian Ziering e Brian Austin Green (Steve e David di Beverly Hills 90210) nel ruolo di se stessi.
Film molto moderno, a giudicare anche dalla colonna sonora a tratti irritante, che forse è stato male interpretato: non ci sono grandi pretese, ma semplicemente della sana azione legata a violenza e divertimento.
Tutto questo è Domino, una storia basata sulla realtà. Più o meno.

Curiosità:
-La vera Domino Harvey è morta il 27/06/05, per overdose, qualche mese prima dell'uscita del film. Tony Scott e Mickey Rourke parteciparono al suo funerale
-Domino Harvey era figlia della modella Paulene Stone e dell'attore Laurence Harvey


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mercoledì 5 dicembre 2007

Pomodori Verdi Fritti (1991)


Regia: Jon Avnet
Sceneggiatura: Fannie Flagg, Carol Sobieski
Cast: Mary Stuart Masterson, Mary-Louise Parker, Kathy Bates, Jessica Tandy
Paese: USA
Durata: 130'


No, non si tratta di lezioni di cucina per single. Pomodori Verdi Fritti racconta la storia di Evelyn, una casalinga che ha accettato di vivere la sua situazione triste: la sua vita è piatta, non si sente affatto attraente e il marito,Ed, è indifferente. Un bel giorno, in una delle burrascose visite alla zia di Ed, Evelyn fa la conoscenza di Ninny, un'arzilla vecchiettta che inizia a raccontarle la storia di due donne fantastiche, ossia Idgie e Ruth. Il legame d'amicizia che le lega e la loro forza fanno aprire gli occhi a Evelyn che capisce che la vita non è mai scontata e bisogna sempre lottare, senza arrendersi. La storia , che può sembrare scontata ha invece delle sfumature molto interessanti. Ho trovato questo film particolare in quanto fonde diversi generi anche se nel complesso lo si può considerare un film drammatico. Il regista è molto bravo a passare dalla storia di Evelyn a quella del passato,di Idgie, e crea un concatenamento perfetto che non stordisce lo spettatore ma anzi lo appassiona sino all'ultimo fotogramma. Nella sceneggiatura figura il nome di Fannie Flagg che è anche la scrittrice del best seller da cui è tratto il film. L'unica nota di demerito forse va alla colonna sonora che è molto assente anche se quando c'è non passa del tutto inosservata. Molto particolare è il personaggio di Idgie, il modo in cui cresce e come si comporta, rompendo gli schemi di una società che forse allora era troppo occupata a mascherarsi di buonismo invece di far fronte ai problemi reali che sussistevano;anche Ruth ha una bella evoluzione e sotto l'influenza di Idgie fortifica il suo carattere. Una storia in cui la donna la fa da padrona senza cadere però nel femminismo spinto. Un film da guardare, che mostra la vita così com'è nei suoi lati positivi e negativi, lascia sicuramente il segno.


Curiosità:
-
Nel libro tra Idgie e Ruth c'è stata molto più che amicizia...nel film la scena in cui si tirano il cibo addosso è secondo il regista una metafora del fare l'amore tra donne.
- La ricetta dei pomodori verdi fritti è diventata famosa proprio grazie al film e nel libro di Fannie Flagg e' presente. La ricetta è la seguente: x 4 persone: 5/6 pomodori verdi 120 gr di farina 1 cucchiaio di zucchero sale e pepe 100 gr di burro Mettete la farina in un piatto e mescolatela con sale, zucchero e pepe. Lavate i pomodori e tagliateli a fette di un buon spessore. Posate le fette di pomodoro nella farina, premete bene e fate assorbire in modo che si formi un rivestimento ben spesso. Sciolto il burro in padella, friggete le fette di pomodoro poche alla volta, fino alla completa doratura. Servire ben calde.






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martedì 4 dicembre 2007

Bender's Big Score (2007)






Creatore:
Matt Groening
Montato da: Matt Groening, David X. Cohen
Storia: David X. Cohen, Ken Keeler

Fan di Futurama alzate il sedere dalle vostre sedie e se non l'avete ancora procuratevi il primo dei quattro film in prossima uscita di questa fantastica serie !!
A 2 anni dalla cancellazione dai palinsesti, i produttori hanno deciso di fare uscire in DVD 4 lungometraggi che formeranno, uniti insieme, la 5 serie di Futurama (in onda nel 2008 su Comedy Central americano).
Il primo di questi epidosi si intitola "Bender’s Big Score",in questo episodio i nostri eroi vengono truffati da un trio di alieni nudisti attraverso dello SPAM sulle loro caselle e-mail; non solo, presto tutta la terra sarà in pericolo e sarà loro compito salvarla dalla distruzione.
La trama che a prima vista puo' sembrare scontata, presenta con l'avanzare un sacco di dettagli che fanno capire il grosso lavoro che c'è stato nella scrittura e nella realizzazione dell'episodio che si presenta in forma allungata rispetto ai canoni a cui siamo abituati e proprio per questo deve tenere lo spettatore incollato al continuo susseguirsi di eventi e catastrofi.
I primi minuti sono totalmente dedicati alla presentazione dell'equipaggio del Planet Express, e ad una serie di battutacce verso i dirigenti che avevano ordinato la sospensione della serie a Matt Groening.
Le citazioni in questo episodio saranno la felicità di molti: qualsiasi scena contiene un riferimento a qualche film, evento storico, brano musicale o vecchio episodio di Futurama, e anche le persone meno preparate non potranno non apprezzare molte chicche sparse nel storia (Na,Na,Hey,Hey,Kiss Him Goodbye).
I bei ricordi vi assaliranno nel rivedere molti personaggi che avete già conosciuto nelle varie serie precedenti tra cui Babbo Nasale, Mordicchio (sempre più idolo), gli Harlem Globe Trotters e il vecchio cane davanti alla pizzeria dove Fry faceva le consegne nel lontano 2000 ...
Ma come nel 2000 ?? Forse non vi ho detto che questo in questo episodio si parlerà anche di viaggi nel tempo, e qui il gioco si complica, in confronto Terminator e Ritorno al Futuro messi insieme hanno una trama più semplice; ma non vi spaventate tutto sarà chiarito alla fine !
Bhè non vi dirò altro per non bruciarvi la trama, consiglio la visione di questo film a tutti: grandi, piccini, nani, batussi, amanti di Futurama e non, ma vi avverto che se ve la volete godere appieno dovete avere una minima conoscenza della serie !!

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lunedì 3 dicembre 2007

I corpi presentano tracce di violenza carnale (1973)


Titolo internazionale:
Torso
Regia: Sergio Martino
Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi
Cast: Suzy Kendall, Tina Aumont, Luc Merenda
Paese: Italia
Durata: 1h 32'

A Perugia la vita delle studentesse universitarie viene sconvolta dalla presenza di un assassino che sembra aver preso di mira alcune di loro.
Nel 1978 esce negli USA Halloween di Carpenter e il mondo dell'horror esulta: si tratta di un film unico per l'epoca, nonchè uno dei primi slasher.
Ma che cos'è uno slasher? Trattasi di film del filone horror/thriller che vede per protagonisti solitamente dei giovani che, lontani dal mondo degli adulti, devono lottare contro un misterioso assassino (la maschera o il travestimento è quasi d'obbligo) che li fa fuori uno ad uno.
Dopo questo piccolo excursus torniamo al film di Martino. Il regista italiano, 5 anni prima del suo illustre collega d'oltreoceano, portò sul grande schermo quello che probabilmente è uno dei primi slasher in assoluto. Non è una cosa da poco.
Il film segue quindi lo schema sopra indicato: i giovani sono rappresentati da belle (e spesso nude) studentesse, l'assassino mascherato agisce in apparenza senza una causa (ma ovviamente il movente salterà fuori alla fine) e la lontananza dal mondo degli adulti è rappresentata da un casolare in campagna dove si recheranno alcune delle protagoniste.
Il film era probabilmente nato per scioccare e credo che all'epoca il regista debba essere riuscito nell'intento. Già a partire dal titolo, di certo inusuale, per poi passare a numerose scene di sesso e nudi femminile, per finire con le immagini degli efferati delitti, che ai giorni d'oggi fanno un po' sorridere a causa degli effetti speciali non così speciali.
Peccato però che I corpi... non abbia una soluzione così eccelsa, e l'identità del killer è facilmente intuibile dopo i primi venti minuti. Sono sicuro che comunque questo film nel suo piccolo abbia fatto scuola, certe sequenze sono davvero mozzafiato e si sono riviste nin molte pellicole a venire (rivedendo la seconda parte mi è venuto in mente il recente Alta Tensione di Aja).
Onore quindi al vecchio giallo italiano, purtroppo dimenticato a casa nostra. Per fortuna c'è certa gente all'estero (ne cito solo uno, Quentin Tarantino) che si ricorda ciò che il nostro cinema ha dato nel tempo, oltre Fellini e Leone, e ce lo fa conoscere.

Curiosità:
-Il "fake trailer" Don't di Edgar Wright (L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz) è ispirato a questo film.
-Quentin Tarantino ha sempre parlato bene dei vecchi gialli all'italiana. Fra i suoi titoli preferiti c'è anche I corpi...

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sabato 1 dicembre 2007

Lady in the water (2006)


Regista: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Cast: Paul Giamatti. Bryce Dallas Howard, Bob Balaban, M. Night Shyamalan, Cindy Cheung, Freddy Rodríguez
Paese: USA
Durata: 1h 45'

Cleveland Heep è all'apparenza un semplice amministratore di un condominio di Filadelfia. Una sera, intento a scoprire chi fa uso della piscina del complesso residenziale durante la notte, si imbatte in una misteriosa ragazza che non sembra appartenere al mondo degli uomini.
Lady in the water altro non è che una fiaba in chiave moderna. Se non si è interessati a mondi fantastici dove ci sono creature angeliche ad esserci amiche, e esseri demoniaci che rovinano un'atmosfera idilliaca, evitate immediatamente questo film.
Bene, dopo aver scremato parte dei lettori proseguiamo. Come dicevo si tratta di una fiaba trasportata ai nostri giorni, non troveremo cavalieri e castelli, ma amministratori condominiali, studentesse, pigri fattoni e ogni genere di personaggio bizzarro. La storia va bene quanto basta per creare un film del genere, non ci offre niente di superlativo ma non è nemmeno piatta e banale, e buona è la prova degli attori, in particolare quella di Paul Giamatti (The Illusionist) e quella della ninfa Bryce Dallas Howard che grazie anche al suo visino da fata sperduta dona al personaggio di Story uno spessore non indifferente.
Apprezzabile anche la vena umoristica di base del film, che nonostante narri di un qualcosa di veramente importante che sta accadento non dimentica mai di farci sorridere, e ridere, anche nei momenti di tensione più alta. Il monologo verso la fine di Farber o le conversazioni con l'inquilina cinese sono due esempi.
Lady in the water però difetta per quanto riguarda la soluzione del mistero, diventa tutto un po' troppo semplice risolvere i vari problemi che dovranno affrontare i protagonisti. Mi chiedo quindi come sarebbe stato questo film (comunque gradevole) se a girarlo fosse stato il maestro delle fiabe cinematografice: Tim Burton.

Curiosità:
-Per qualche motivo non del tutto chiaro i capelli di Story sono inizialemnte rossi, alla fine del film invece sono biondi

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