domenica 27 gennaio 2008

Insomnia (2002)


Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Hillary Seitz
Cast: Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank, Martin Donovan, Maura Tierney
Nazione: USA
Durata: 1h 52'

La professoressa si alza in piedi, si sposta fino ad andare davanti la sua cattedra e rivolgendosi alla classe assegna loro un compito per casa. La campanella suona e gli studenti escono da scuola.
Christopher Nolan, uno degli studenti più bravi e soprendenti, decide di mettersi subito a lavoro. Questa volta vuole fare qualcosa di diverso. Con Following erano rimasti tutti spiazzati, pochi potevano immaginarsi che questo giovane regista potesse tirare fuori dal cilindro qualcosa di così originale, girato con un budget ridotto. Poi esce Memento, una pietra miliare del genere giallo/thriller, un film unico che definisco senza alcun dubbio un capolavoro. Nolan quindi sa che per una volta può rilassarsi e creare qualcosa di più normale, e perchè no, commericiale. E ne viene fuori Insomnia.
Al di là del fatto che si tratta di un remake di un film norvegese, non presenta quasi nulla di originale, la storia è interessante ma presentata in maniera classica, quindi non vedremo un montaggio anomalo che aveva caratterizzato le due pellicole sopra citate.
Il protagonista è Will Dormer (Al Pacino), un famoso detective di Los Angeles chiamato ad indagare in Alaska su un brutale omicidio commesso ai danni di una diciassettenne. Lavora a stretto contatto con il suo collega/amico oltre che con la polizia locale, dove figura Hilary Swank, una tipa in gamba e vogliosa di imparare.
Dopo essere stati aggiornati sul caso i due detectivi della metropoli preparano una trappola per l'assassino, ma non avrà gli esiti previsti, e il detective Dormer si troverà così di fronte ad uno dei casi più duri della sua carriera, in bilico fra i doveri morali e il primordiale istinto di sopravvivenza.
Thriller classico quindi, senza eccessive sorprese... eppure piace! Nonostante questa lieve sensazione di déjà-vu, Insomnia lo si guarda volentieri, ti cattura dalla prima scena e con un ritmo sostenuto ti tiene vigile e attento fino all'apparire dei titoli di coda.
Il merito non è solo quello di una regia attenta e di una sceneggiatura senza sbavature, ma anche del grandissimo Al Pacino che non smette mai neanche per un attimo di essere un attore incredibilmente bravo. Applausi anche a Robin Williams che ricopre un ruolo che si discosta molto da quelli a cui ci ha abituato.
Per tirare le somme, Insomnia non raggiunge i livelli degli altri lavori di Nolan ma resta comunque il fatto che è un thriller pregevole e consigliato a tutti gli amanti del genere.





Curiosità:
-Per il ruolo di William Dormer era stato considerato anche Harrison Ford
-Per la regia si è pensato anche a Jonathan Demme
-Il nome Dormer deriva dalla parola latina "dormire"

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mercoledì 23 gennaio 2008

Addio Vampira!

Il 10 gennaio di quest'anno ci ha lasciati all'età di 86 anni Vampira, una delle icone del mondo horror e gotico.
In Italia però non è molto conosciuta, quindi forse è meglio spendere qualche parola in più...

Maila Nurmi nasce il 21 dicembre 1921 a Petsamo, in Finlandia (ora Pachenga, in territorio russo), nipote dell'atleta Paavo Nurmi si trasferisce all'età di 17 anni negli Stati Uniti, nell'Ohio.
Presto si allontana da casa per cercare fortuna, e la troverà nel 1954, quando un produttore televisivo, dopo averla vista ad una festa in maschera a vestire i panni di una sexy vampira, decide di farle condurre uno show.
Così, il 30 aprile 1954 la KABC-TV manda in onda quello che probabilmente è il primo programma a tematiche horror del piccolo schermo: milioni di americani si trovano così all'improvviso di fronte a Vampira, una ragazza funerea, dalla vita strettissima e dal seno prorompente, pallida come un cencio ma a suo modo sensuale. Il suo compito è di intrattenere il pubblico presentando pellicole dell'orrore, raccontando barzellette macabre e proponendo qualche improbabile ricetta...
Diventa così rapidamente una star, e fa la conoscenza dell'emergente James Dean. Il loro rapporto di amicizia si interrompe presto, non appena l'attore rilascia delle dichiarazioni poco cavalleresche nei confronti di Maila.
La sua ascesa però si arresta presto: dopo solo otto mesi, litiga con il suo produttore per questioni legali legate al suo personaggio e perde la conduzione del programma, e con la morte prematura dell'ex amico James Dean in troppi le si scagliano contro tacciandola (vergognosamente) come iettatrice.
Da questo momento Vampira parteciperà solo a progetti minori, quello più celebre sarà quello che la vede impegnata nella pellicola Plan 9 From Outer Space di Edward Wood.
Per chi non lo sapesse si tratta di un film cult in quento il suo regista è stato considerato il peggiore nel suo campo di tutti i tempi! Consiglio quindi anche la visione del bel film Ed Wood di Tim Burton (con Johnny Depp e Martin Landau) per conoscere meglio questo interessantissimo personaggio.
Il momento di celebrità di Maila Nurmi non è durato molto, ma quello che ha lasciato è tutt'altro che indifferente, dando vita ad un'icona del cinema horror a cui molti si sono poi ispirati negli anni a venire... Morticia Addams vi dice niente?

Curiosità
-Quando i fan le chiedevano di firmare un autografo, lei dichiarava che scriveva solo epitaffi
-L'erede di Maila Nurmi è sicuramente Cassandra Peterson, altrimenti nota come Elvira, personaggio palesemente ispirato a Vampira
-Diversi gruppo musicali l'hanno omaggiata: Misfits, The Damned, The Devin Townsend Band


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martedì 22 gennaio 2008

Kurosawa VS Leone

Nel 1962 Sergio Leone stava lavorando sulla sua nuova opera "Le aquile di Roma" un film che traeva molti spunti da "I Magnifici Sette" del 1960 di John Sturges, che a sua volta era il remake dei "Sette Samurai" di Kurosawa.
Visto che lo sviluppo del film andava a rilento, una sera entrò in un cinema a vedere un film che gli era stato consigliato: "La sfida del Samurai" di Kurosawa.
Leone rimasto affascinato dalla storia decise su due piedi di abbandonare il lavoro su "Le aquile di roma", per cominciare a lavorare a una versione western del film di Kurosawa.
La prima stesura della pellicola alla quale lavorarono al suo fianco Duccio Tessari e Fernando Di Leo fu intitolata "Il magnifico Straniero" e fu una trasposizione molto fedele dell'originale copione di "La sfida del Samurai".
La scelta dell'attore protagonista vedeva in lizza Henry Fonda, Charles Bronson e James Coburn, ma gli onorari troppo esosi di queste star di Hollywood convinsero la produzione a ripiegare su un più economico attore emergente: Clint Eastwood, per le colonne sonore venne invece ingaggiato uno sconosciuto compositore di nome Ennio Morricone.
La Jolly Film, la casa produttrice, non diede molta importanza a questo lavoro di Leone, e decise di riciclare la troupe e le location del film: "Le pistole non discutono" di Mario Caiano, che era appena stato girato in Spagna ed era considerato un sicuro successo.
Per l'uscita nelle sale il film cambio titolo in "Per un pugno di dollari"; costato 120 milioni, incassò quasi 2 miliardi e il successo fu così eclatante che portò alla ribalta un genere che da quel momento ebbe una crescita vertiginosa, gli "Spaghetti Western".
Akira Kurosawa si accorse di questo nuovo film, che aveva riscosso un clamorose successo e se ne interesso, scoprendo che la storia appariva identica a quello del suo ultimo lavoro, avvio quindi una procedura legale per avvalersi del suo copyright.
Leone incolpò la produzione di non aver fatto attenzione a tutte le pratiche e questioni legali che riguardavano il suo film e dicendo che il suo era un remake dell'originale film del collega orientale, e sostenne comunque che i due film "Per un pugno di dollari" e "La sfida del Samurai" avevano entrambi preso una forte ispirazione da 2 romanzi già esistenti:"Arlecchino servitore di due padroni" di Carlo Goldoni e "Red Harvest" di Dashiel Hammett.
A favore di Kurosawa andò la ravvicinata uscita dei 2 film che gli fece vincere la causa e che gli fece ottenere la distribuzione in esclusiva in Corea, Taiwan e Giappone, e gli fece incassare il 15% su tutti i proventi esteri del film di Leone.

Note Finali:
- La figlia di Sergio Leone ha da poco ritrovato la vecchia sceneggiatura del padre di "Le aquile di Roma" ( non si sa nulla del suo futuro)
- Francesco De Gemini, musicista della OST, su richiesta di Morricone martella su un'incudine per scandire il tempo durante le musiche.

Trailer de "La sfida del Samurai" (Titolo Originale : Yojimbo)




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venerdì 18 gennaio 2008

Tobias Sammet's Avantasia: nuovo video!


L'uscita del nuovo capitolo della saga di Avantasia è sempre più vicina: il 25 gennaio infatti nei negozi sarà disponibile The Scarecrow, ultima fatica di Tobias Sammet, e dei rispettivi ospiti che impreziosiscono il disco.
Dopo aver fatto uscire in due parti il singolo Lost in Space ecco che spunta un nuovo video, di cui avevo già accennato qualcosa un po' di tempo fa.
E' il turno adesso di Carry me Over, scelta che come quella della canzone sopracitata mi stupisce e non poco: per la seconda volta non parliamo di un pezzo power come ci si dovrebbe aspettare, ma di una power ballad che comunque apprezzo. Ma a giudicare dal trailer che avevo postato precedentemente i pezzi alla Tobi ci saranno... ormai manca poco, solo un po' di pazienza e scopriremo se ne è valsa la pena di attendere così tanto!

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mercoledì 16 gennaio 2008

La Grande Rasatura (1967)


Titolo originale: The Big Shave
Regia: Martin Scorsese
Cast: Peter Bernuth
Paese: USA
Durata: 5' 34''

Uno dei registi che può vantarsi di essere entrato meritatamente nella storia del cinema è newyorchese, ma di origina italiana, e risponde al nome di Martin Scorsese.
Il suo nome è spesso legato a quello di Robert De Niro con cui ha firmato pellicole mitiche come Toro Scatenato, Quei bravi ragazzi, Casinò, Cape Fear, Taxi Driver e tante altre. Ultimamente ha trovato un nuovo figlioccio, l'ex-ragazzino dalla pelle liscia Leonardo Di Caprio, dando ottimi risultati (The Departed su tutti).
Durante la sua lunga carriera Scorsese ha affrontato diversi generi, dirigendo anche molti documentari, ma senza ombra di dubbio i film più amati dai suoi fan sono quelli che narrano di gangster, piccoli o grandi che essi siano.
Ma prima di abituare il suo pubblico con ottimi film, il regista ha girato alcuni cortometraggi, uno dei quali è il bizzarro The Big Shave. Bizzarro in quanto la scena si svolge in un bagno, e vediamo un giovane che si accinge in una delle più normali operazioni della vita di un uomo: tagliarsi la barba. Spesso capita di farsi anche uno o due taglietti e che esca un po' di sangue, e capita anche al protagonista di questo cortometraggio... solo che qui si esagera!
Il tutto altro non è che una macabra metafora della guerra in Vietnam. Scorsese ha infatti dichiarato: "Sono quasi riuscito a convincermi che si trattava di un film contro la guerra del Vietnam, che quel tizio che si rade meticolosamente e finisce col tagliarsi la gola era un simbolo dell'americano medio di quei tempi. Avevo anche pensato di chiudere con immagini d'archivio del Vietnam, ma erano inutili".
Godetevi la visione... attenzione però, vi passerà la voglia di radervi!!

Consigliato SOLO ad un pubblico adulto

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lunedì 14 gennaio 2008

Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975)


Titolo originale: Dog day afternoon
Regia: Sydney Lumet
Sceneggiatura: Frank Pierson
Cast: Al Pacino, John Cazale, Charles Durning, Chris Sarandon
Paese: USA
Durata: 2h 4'

New York, un giorno come tanti. Sonny, Sal e Stevie entrano in una delle tante banche della città e tirano fuori le armi: è una rapina! Stevie non regge e se la svigna, mentre gli i suoi complici cercano di portare a termine in fretta il colpo. Sembra una passeggiata, ma da fuori qualcuno si accorge che c'è qualcosa che non va e avverte la polizia. I due rapinatori e una decina di persone rimangono quindi bloccati nell'edificio, e avrà inizio una lunga negoziazione.

PERCHE' VEDERE QUESTO FILM?
1°PUNTO Perchè non ho mai visto niente del genere: una storia abbastanza semplice mostrata con tale pathos e originalità (siamo nel 1975) che la rendono entusiasmante.
2°PUNTO Perchè non siamo di fronte a due criminali spietati che fanno i duri: Sonny e Sal potrebbero essere i nostri vicini di casa, o perchè no, potremmo essere noi. Si tratta di due persone comuni spinte dalla disperazione, decisi ma impauriti.
3°PUNTO Perchè sembra di assistere realmente alla vicenda. Sembra tutto vero, come se non assistessimo ad un film ma stessimo spiando con il nostro terzo occhio quello che accade in banca e nella strada di fronte dove ci sono le forze dell'ordine.
I dialoghi sono superbi, così come sono più che credibili le reazioni di tutti: rapinatori, ostaggi, polizia, tv e la gente comune.
4°PUNTO Perchè le prestazioni degli attori sono da scuola del cinema! In cima al podio c'è naturalmente il "mostro" Al Pacino, doppiato egregiamente da Giancarlo Giannini.
5°PUNTO Perchè c'è spazio anche per i rapporti umani, e come sempre Sonny (Al Pacino) è al centro di tutto.
6°PUNTO Perchè si riesce anche a ridere e a commuoversi.
7°PUNTO Perchè c'è una forte critica verso il mondo della televisione e del giornalismo "selvaggio", che nel film entra nell'azione prepotentemente sconvolgendo quella che è unìatmosfera di per se' già molto tesa. Tremendamente attuale!
8°PUNTO Perchè è uno di quei film che chiunque DEVE vedere. Non ci sono scuse!



Curiosità

-Il film si basa su una storia realmente accaduta nel 1972, pubblicata poi nell'articolo "The Boys in the Bank" apparso su Life.
Molti degli avvenimenti raccontati in Quel pomeriggio di un giorno da cani sono realmente accaduti (ad esempio la scena delle pizze)
-Sonny Wojtowicz, il vero protagonista, è morto nel 2007 per il cancro
-Inside man di Spike Lee con Denzel Washington e Clive Owen è un'immensa citazione al film di Lumet
-John Cazale (che nel film interpreta Sal) ha partecipato a soli 5 film tutti candidati all'oscar: Il padrino, Il padrino - Parte seconda, La conversazione, Il cacciatore e Quel pomeriggio di un giorno da cani. Muore il 12 marzo 1978 a soli 43 anni


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venerdì 11 gennaio 2008

Ju-on: The Grudge - Rancore (2003)






Regia: Takashi Shimizu
Sceneggiatura: Takashi Shimizu
Nazione: Giappone
Durata: 1h 32'
Cast: Megumi Okina, Misaki Ito, Misa Uehara, Yui Ichikawa, Takako Fuji, Yuya Ozeki, Kanji Tsuda

Un'assistente sociale comincia a dare assistenza ad una taciturna e spaventata vecchina che abita apparentemente da sola in un'inquietante casa.
Questo è l'inizio di Ju-on e la presentazione di quella che sarà la protagonista di tutta la storia, non l'assistente sociale, ma la casa.
Su questa infatti vige uno strano alone di mistero e di inquietudine, tra un salto sulla sedia e un altro, non ci vorrà molto prima di capire cosa c'è che non va.
Il film si sviluppa su 6 capitoli, che riguardano i vari protagonisti della storia, montati non in ordine cronologico, in modo da rendere misteriosi i vari aspetti dell'enigma che gira intorno alla casa.
Non aspettatevi la solita pellicola horror con squartamenti e pozze di sangie, ma piuttosto un film dove vengono usati magistralmente le camere e piccoli effetti per rendere l'atmosfera sempre tesa e inquietante, e dove tutte le scene sono studiate per far sentire anche voi spettatori il soffio gelido della casa sul collo.
Doveroso merito va dato anche alla produzione che è riuscita a inserire nel cast degli attori giapponesi che risultano diversi tra di loro anche agli occhi poco allenati da cinema orientale ( rendiamo grazie alla produzione americana).
Tirando le somme: se vi piacciono gli horror questo film non vi lascerà delusi, se ne siete amanti è un MUST da vedere!

E adesso un pò di storia:
Come tutti i capolavori nei pochi anni seguenti all'uscita del capitolo originale si è scatenato un putiferio di sequeal e remake, qui di seguito cercherò di spiegarvi la storia brevemente.
Il regista Takashi Shimizu, cominciò a scrivere la sceneggiatura di Ju-on nel 2000, ma l'uscita si limito al mercato dell'home-video giapponese, che rispose positivamente regalando al regista un clamoroso successo in patria.
Nel 2003 un produttore americano sentendo aria di quattrini propose a Shimizu di girare un remake per il cinema di Ju-on ( Ju-on: The Grudge ): ma per adattare la storia apportarono delle modifiche come quella di dover inserire una protagonista un po più principale e di mettere quindi la figura della casa leggermente in secondo piano.
Il successo non fu straordinario come in patria ma ci furono un sacco di consensi da parte della critica e cio' convinse Shimizu a girare un seguito per il cinema addirittura nello stesso anno(Ju-on: The Grudge 2).
Alla fine del 2003 in america Sam Raimi grande fan della saga di Ju-on ha deciso di fare un remake all'americana della storia, intitolatoa The Grudge, nei quali si trovano star del calibro di Sarah Michelle Gellar e Jason Behr, girato nello stesso set Giapponese di Ju-on.
I produttori americani nel 2006, non contenti, hanno deciso di dare a Shimizu la regia del seguito di The Grudge.
( Se non ci avete capito una mazza, bevetevi un caffè e ricominciate da capo! )

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giovedì 10 gennaio 2008

Funny Games (1997)


Regia: Michael Hanneke
Sceneggiatura: Michael Hanneke
Cast: Susanne Lothar, Ulrich Mühe, Arno Frisch, rank Giering
Paese: Austria
Durata: 1h 44'

E' tempo di vacanze. Una semplice e spensierata famiglia si reca nella loro residenza in riva al lago. L'atmosfera è rilassata, mamma e papà ammazzano il tempo in auto giocando, il figlioletto è felice e tutti non vedono l'ora di rilassarsi e divertirsi fra gite in barca e giornate in compagnia di buoni amici. Ma una musica furiosa e indiavolata attacca all'improvviso, creando un forte contrasto con quello che i nostri occhi vedono sullo schermo: presagio che qualcosa forse andrà storto. Nemmeno il tempo di disfare le valigie che Anna, Georg e il piccolo Georgie ricevono una visita: un ragazzo, amico dei vicini, chiede in prestito delle uova. Niente di più normale, lo abbiamo fatto tutti. Poi le uova si rompono. Capita anche questo. E poco dopo arriva l'amico del giovane. Tutto quello che accade dopo sarà terribile e spietato.
Fra pochi giorni al cinema potrete tutti andare a vedere Funny Games, regia di Michael Hanneke con Tim Roth (il mitico Mr Orange de Le Iene) e la bellissima Naomi Watts (La promessa dell'assassino, Mulholland Drive). Questo film altro non è che un remake di una pellicola uscita 10 anni prima diretta sempre da Michael Hanneke.
Viene spontaneo chiedersi: perchè fare a così poco tempo di distanza un remake di un proprio film?
Probabilmente il primo Funny Games non aveva riscosso grande successo fuori dall'Austria, mentre quest'ultimo vantando di un cast di tutto rispetto avrà maggiore fruibilità.
Passiamo al film. I personaggi principali sono 5, divisibili come nelle fiabe in buoni e cattivi. In questo caso i buoni sono inspiegabilmente presi di mira da due folli ragazzi, Peter e Paul (o Tom e Jerry come si chiamano fra di loro) che hanno voglia di giocare, o meglio di terrorizzare, la malcapitata famiglia per un'intera notte. L'intrattenimento è la loro parola d'ordine, trasformando così tutta la vicenda in un Grande Fratello dell'orrore, dove noi siamo gli spettatori; più di una volta Paul ce lo ricorda, fissandoci dritti negli occhi e rivolgendosi direttamente a noi.
Funny Games è tragicamente realistico e ci offre delle scene crude e malate, cariche di dramma e tensione. Sebbene sia potenzialmente una bomba, il film però non riesce a decollare completamente, non affascina al 100%, difettando forse un po' nella grinta e calando di ritmo in almeno una ventina di minuti nella seconda parte. Il finale è comunque eccezionale.
Non riuscitissimo dunque, ma certamente non da buttare via. Staremo a vedere cosa verrà fuori con il nuovo Funny Games.


Ulrich Mühe, protagonista anche del recente Le vite degli altri, da poco scomparso a soli 54 anni

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martedì 8 gennaio 2008

Evolution (2001)




Paese: Usa
Regia: Ivan Reitman
Soggetto: Don Jakoby
Sceneggiatura: Don Jakoby, David Diamond, David Weissman
Durata: 101'

Quando la fantascienza si fonde con la comicità ecco che Evolution prende vita. Tutto comincia quando un meteorite si fionda sulla Terra carico di cellule aliene in un'area desertica dell'Arizona attirando l'attenzione dei fantastici protagonisti di questo film ossia il Dr. Ira Kane ed il professor Harry Block, due squinternati che iniziano a fare ricerche sul suddetto sasso cosmico rilevando uno sviluppo pazzesco che le cellule compiono. In poco tempo infatti le cellule diventano organismi più complessi che causeranno disagi nella popolazione della cittadina antistante l'area di collisione della meteora. Per quanto riguarda il cast abbiamo un esilarante David Duchovny ( X-Files) ossia il Dr.Ira Kane, Orlando Jones (The Time Machine) è invece il prof. Harry Block che fa da spalla al protagonista e risulta essere geniale con le sue battute e situazioni imbarazzanti a cui va incontro; adorabile è la Dr.ssa Allison Reed interpretata da Julianne Moore (Il Grande Lebowski), un genio nel suo campo ma imbranata e goffa e Sean William Scott (American Pie) nel ruolo di Wayne Grey, un semplice ragazzo che vuole diventare pompiere. Tra i piedi ci sarà il generale Woodman (interpretato da Ted Levine, Wild Wild West) che cercherà di rompere le uova nel paniere ai protagonisti visto che anche il governo si intrometterà nelle ricerche. Ci sarà anche Dan Aykroyd (spesso presente nei film di Reitman) nei panni del Governatore Lewis, deciso nel debellare la minaccia aliena. La colonna sonora segue perfettamente lo spirito del film e non stona mai rendendo il tutto gradevole. Sceneggiatura azzeccata non ci sono sproloqui esagerati, i dialoghi sono tanti ma chiari e concisi. La regia è pulita e la trama si dipana in maniera ottima. In conclusione posso dire che anche se non si tratta del Capolavoro, Evolution merita un occhio di riguardo soprattutto se si ha voglia di una bella commedia senza pretese.

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lunedì 7 gennaio 2008

NewsMagazine 07-01-08

Mi scuso innanzitutto per la mia prolungata assenza, vi chiedo perdono ...

In edicola questo mese potete trovare edito dalla Hobby&Work la prima uscita di una collana di DVD dedicata interamente alla filmografia di Akira Kurosawa.
La prima uscita è I Sette Samurai: la versione presentata è quella integrale della durata di192', e non quella censurata che ci è stata spesso propinata negli anni passati.
La prima uscita viene 4,99 Euro la seconda verrà 7,99 Euro e tutte le restanti avranno un prezzo fissato a 9,99.
Che dire, una collezione che non vi potete perdere se siete appassionati del genere!

Vi voglio inoltre segnalare un coraggioso film Neozelandese che si intitola Black Sheep: un horror su un gregge di pecore assasine trasformate da orribili esperimenti genetici.
Le carte per diventare un capolavoro ci sono tutte. Gustatevi il trailer ...

sabato 5 gennaio 2008

La leggenda del Re Pescatore (1991)



Titolo originale: the Fisher King
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Richard LaGravenese
Cast: Jeff Bridges, Robin Williams, Mercedes Ruhel, Amanda Plummer
Paese: USA
Durata: 2h 12'

La leggenda del Re Pescatore è incentrato sulle vite di due personaggi diversi fra di loro. Jack Lucas è un conduttore radiofonico di successo, arrogante e sicuro si se'. A causa di un suo commento in diretta un uomo entra in un locale e compie una strage, uccidendo 7 persone prima di suicidarsi. Jack si ritiene responsabile, e lo troviamo 3 anni dopo in uno stato di depressione e non più alla radio ma come commesso di un negozio di videocassette.
Parry invece era un professore di storia felicemente sposato. A causa della tragica scomparsa della moglie l'uomo entra prima in uno stato catatonico per poi vagare nei bassifondi di New York senza il lume della ragione e conducendo una vita da barbone alla ricerca del Santo Graal.
L'incontro casuale dei due cambierà le loro esistenze e si creerà un rapporto di amicizia unico e bizzarro.
Questo film è una fiaba urbana basata interamente sui rapporti. Ce ne sono di diverso tipo: quello di amicizia fra i due protagonisti, ma anche l'amore (molto tormentato) fra Jack e Anne, e quelli interiori fra Perry e la sua pazzia e fra Jack e il suo senso di colpa. Gilliam è abilissimo nell'affrontare diversi argomenti con disinvoltura, passando come se niente fosse dal dramma alla commedia: lo spettatore più sensibile può ridere di gusto e commuoversi nel giro di pochi minuti.
I punti di forza del film sono quelli più ovvi: una storia bella raccontata con maestria, che evita di scivolare in facili sentimentalismi, e i due protagonisti, con un Robin Williams mattatore e un ottimo Jeff Bridges (Il Grande Lebowski). Da segnalare inoltre Mercedes Ruhel (una perfetta sconosciuta per il sottoscritto!) che si aggiudicherà un oscar per questa pellicola come "miglior attrice non protagonista" e la "svampita" Amanda Plummer (la Coniglietta di Pulp Fiction).
Non voglio citare nessuna scena in particolare ne' svelare altro della storia: La leggenda del Re Pescatore è un film magico nei contenuti e nell'involucro, toccante e spiritoso, assolutamente imperdibile.
Parafrasando una frase di Anne: allucinante, ma bello!

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giovedì 3 gennaio 2008

Grosso guaio a Chinatown (1986)


Titolo originale: Big Trouble in Little China
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: Gary Goldman, David Z. Weinstein, W.D. Richter
Cast: Kurt Russel, Dennis Dun, Kim Cattral, Victor Wong, James Hong
Nazione: USA
Durata: 1h 39'

La lunga carriera di John Carpenter è costellata di successi e di flop. Molti dei suoi titoli sono noti anche a chi di cinema non conosce poco e niente, basti citare Halloween o La cosa. Se poi si ha un briciolo di conoscenze in più allora ecco anche 1997: Fuga da New York e Il seme della follia. Grande merito del regista, oltre quello più importante di girare ottime pellicole, è quello di non fossilizzarsi su un unico genere. Così abbiamo un po' thriller/slasher, fantascienza, azione e vari tipi di horror, da quello apocalittico ai vampiri. E poi c'è Grosso guaio a Chinatown.
Dopo l'insuccesso commerciale di Starman (in bilico fra romanticismo e fantascienza) la 20th Century Fox gli affibia di girare un soggetto nato un paio di anni prima. E il risultato è ancora adesso sorprendente.
Per ottenere Grosso guaio a Chinatown basta avere una dose potentissima di azione, con sprazzi di tentato machismo tamarro, aggiungere ironia spicciola, combattimenti kung-fu per dare ancora un po' di sapore e quel tanto che basta di elementi sovrannaturali, da uomini ultracenternari e mostri.
Il protagonista è un brillante Kurt Russel nei panni di Jack Burton, un camionista dai capelli lunghi che va in giro in canotta, jeans e stivaloni, un tipo dalla lingua lunga che bazzica spesso nel quartiere cinese dove ha come amico Wang Chi, un ragazzo all'apparenza timido e impacciato. L'avventura comincia abbastanza presto: i due vanno con il camion all'aeroporto per prendere la promessa sposa di Wang Chi, una bellissima ragazza cinese con gli occhi verdi, ma una gang la rapisce sotto i loro occhi. Jack non ci sta e decide di aiutare il suo amico, e si troveranno invischiati in una faccenda assurda che va oltre la loro immaginazione, dove una Chinatown della modernissima San Francisco si trasformerà in un teatro di avvenimenti vecchi quanto la gloriosa tradizione cinese.

Non bisogna pensare a questo Grosso guaio... come al classico film con l'eroe muscoloso che risolve tutte le situazione con astuzia e ammazza i nemici con scioltezza: Jack Burton, che dovrebbe rappresentare appunto l'eroe, sebbene sia il protagonista non è propriamente a suo agio ad affrontare certe situazioni, se ne esce con frasi da duro ma poi si mette fuori gioco da solo, si prepara con il suo fedele coltello ad un duello ma i nemici sono stati già messi ko, dice battutine stupide a nemici mortali, e ha dei problemi (che gli saranno utili) a manovrare una sedia a rotelle. Per fortuna ha coraggio e muscoli da vendere e riesce sempre a cavarsela.
Dato il suo personaggio caricatura dei veri eroi il simpatico protagonista ha con se' una spalla che lo metterà in secondo piano nelle scene d'azione, ovvero Wang Chi, questo "fragile" cinese che per salvare la sua bella mette in mostra uno stile di lotta micidiale. Bruce Lee avrebbe apprezzato!
Big Trouble in Little China è quindi alla fine una presa in giro intelligente dei film di azione, tutto dedito all'intrattenimento, con battute trash ad effetto e situazioni comiche che ancora oggi, a 21 anni di distanza dalla sua uscita, centra l'obiettivo che probabilmente Carpenter aveva in testa.

La frase:
Sei pronto?
Io sono nato pronto.

Curiosità:
-Inizialmente il film doveva essere ambientato nel far west
-Il sudore di Kurt Russel è reale in quanto durante la ripresa di certe scene l'attore aveva la febbre
-Ai botteghini è stato un flop, ma con gli anni il film ha avuto un grande successo nel mercato delle videocassette.

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